Spotify: Cambiamenti Radicali e Nuovo Modello di Royalties

Grandi cambiamenti stanno arrivando per Spotify. L’azienda è stata criticata per essere troppo permissiva con la frode in streaming, per spendere troppo in iniziative appariscenti (come i podcast) e, naturalmente, per non pagare abbastanza gli artisti musicali. Dopo anni di essere la piattaforma per, come ha detto un dirigente audio, “le masse non educate”, i leader dell’azienda hanno sbandierato un nuovo focus sull'”efficienza” nella loro chiamata sui guadagni di questa settimana. Poi, è trapelata la notizia di una revisione del suo modello di royalty che beneficia gli artisti più popolari1.

Spotify ha annunciato alcuni grandi cambiamenti nel loro modello di pagamento delle royalty che entreranno in vigore all’inizio del 2024, nel tentativo di riallocare un totale di 1 miliardo di dollari in pagamenti di royalty nei prossimi cinque anni a “artisti legittimi” che lavorano2. Secondo Music Business Worldwide, i tre cambiamenti che Spotify prevede di implementare nel primo trimestre del 2024 sono: l’introduzione di una soglia minima di stream annuali prima che una traccia possa guadagnare royalty; la lotta contro i caricamenti fraudolenti; e l’introduzione di un tempo di riproduzione minimo che ogni traccia “rumorosa” non musicale deve raggiungere per generare royalty2.

Cambiamenti nel Modello di Royalty

Il cambiamento più controverso, tuttavia, è che le tracce che guadagnano meno di $0,05 al mese (o circa 17 riproduzioni, come stimato da MBW) non guadagneranno affatto royalty1. La reazione a questa notizia da parte della comunità musicale è stata rapida, posizionandola come un tentativo di accontentare le major e i loro artisti superstar1. Tuttavia, gli effetti reali di questo cambiamento saranno davvero minimi su base artista per artista. Essere privati di una somma inferiore a $0,60 all’anno dallo streaming non farà una grande differenza nel reddito di un artista indipendente1.

Lotta alla Frode e Contenuti “Rumorosi”

Spotify afferma di avere la “tecnologia di rilevamento delle frodi più sofisticata” tra i suoi concorrenti2. Tuttavia, questo da solo non fa molto per scoraggiare le persone che cercano di manipolare il sistema, poiché alla fine del giorno, queste persone possono ancora mantenere i loro pagamenti illegittimi2. Ma nel 2024, Spotify spera di scoraggiare i potenziali truffatori con una “penalità di enforcement per traccia” che comporta l’addebito ai distributori di tracce fasulle di una penalità monetaria2.

Inoltre, Spotify sta prendendo di mira i “contenuti rumorosi non musicali” come il rumore bianco, i battiti binaurali o il canto delle balene – il tipo di rumore ambientale che uno potrebbe ascoltare mentre dorme o cerca di concentrarsi al lavoro2. Alcuni caricatori di questo tipo di contenuto hanno anche manipolato il sistema dividendo le loro playlist in tracce di 31 secondi – la lunghezza minima che una traccia deve avere per guadagnare entrate – guadagnando allo stesso tasso per stream dei musicisti tipici2.

Conclusioni

Sotto la pressione degli investitori e delle etichette, Spotify sta cercando di maturare. E non tutti ne sono felici1. L’impatto per le major sarà relativamente piccolo. MBW riferisce che Spotify si aspetta che queste tracce a bassa riproduzione generino 40 milioni di dollari all’anno, che, una volta divisi, sono un errore di arrotondamento per le grandi etichette1. Universal Music ha riportato entrate da musica registrata di oltre 8 miliardi di dollari l’anno scorso, Warner Music Group ha incassato 5 miliardi di dollari, e Sony Music ha guadagnato 4 miliardi di dollari1.