Spotify, il gigante dello streaming musicale, ha deciso di sospendere completamente i suoi servizi in Russia a partire dall’aprile 2022. La decisione è stata presa in risposta a una nuova legge russa che impone severe pene detentive per la diffusione di informazioni considerate false riguardo alle forze armate del paese.

La nuova legislazione, che limita drasticamente l’accesso alle informazioni e sopprime la libertà di espressione, ha sollevato gravi preoccupazioni per la sicurezza dei dipendenti di Spotify e dei suoi ascoltatori. Di fronte a queste minacce, l’azienda ha ritenuto necessario interrompere le sue operazioni per proteggere il proprio personale e il pubblico.

In precedenza, a marzo, Spotify aveva già chiuso il suo ufficio in Russia e rimosso i contenuti provenienti da media statali come RT e Sputnik. Tuttavia, la nuova legge ha reso impossibile per l’azienda continuare a operare in sicurezza nel paese.

Spotify aveva inizialmente cercato di mantenere il servizio attivo in Russia per fornire notizie indipendenti e affidabili, ma le nuove restrizioni hanno reso questa missione insostenibile. La sospensione dei servizi rappresenta un ulteriore passo nella crescente lista di aziende globali che hanno ridotto o cessato le loro operazioni in Russia a seguito del conflitto in Ucraina.

La chiusura di Spotify in Russia segue una serie di azioni simili da parte di altre grandi aziende tecnologiche e media, come Bloomberg, New York Times, CNN e TikTok, che hanno sospeso le loro attività nel paese in risposta alle nuove leggi restrittive.